Gigi Riva: “Oltre il Cagliari non seguo più il calcio”

Lo storico attaccante Gigi Riva racconta il proprio amore eterno per il Cagliari che persiste indissolubile all'età di 78 anni

28 Giugno 2023

Rosario Savoca - Autore

Con 35 reti segnate in 42 presenze con la maglia dell’Italia, è ancora lui il capocannoniere assoluto della Nazionale azzurra. Infallibile punta del Cagliari degli anni ’60-’70, a 78 anni Gigi Riva torna a parlare in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.

Cagliari, l’intervista di Gigi Riva

L’intervista comincia dal Cagliari del presente di cui Gigi Riva parla così: Ormai non seguo più il calcio. Cagliari a parte, mi piace soltanto la Nazionale che si è rimessa in sesto dopo il buio. Ho sentito Claudio Ranieri prima della partita contro il Bari dicendogli che tutta l’isola fosse a suo sostegno. Lui era commosso e un po’ teso”.

Ranieri, allenatore Cagliari
Ranieri Credits: Tess Lapedota

Soltanto in un secondo momento lo sguardo si sposta al passato di cui Rombo di Tuono racconta: Il ricordo più bello è lo scudetto del 1970. I tifosi venivano anche di notte a tenerci svegli durante i festeggiamenti. La maglia bianca, pulita e senza sponsor resta la mia preferita. Le partite più importanti quelle contro Juventus, Milan e Inter perché quando le battevo era una gran soddisfazione”.

A proposito di Juventus, Riva viene interpellato sul rifiuto al miliardo offerto dalla Vecchia Signora. Questa la sua risposta: “Quando il mio presidente Arrica scoprì che non sarei andato, non fu per niente contento. Ma io non sono testone, ero una persona chiusa che aveva trascorso un’infanzia tragica e perso presto i genitori. Poi andato al Cagliari scrivemmo una gran bella storia: lo scudetto era il sogno di ogni squadra.

Sempre nel 1970 durante Italia-Austria la punta azzurra rimediò un gravissimo infortunio al perone e ai legamenti della gamba a causa di un intervento killer di Norbert Hof. Oltre cinquant’anni dopo l’accaduto, Riva spiega: L’ho perdonato. Certo, avrebbe potuto evitare quell’entrata, però due anni più tardi mi fratturai di nuovo e quella volta da solo”.

Nel 1969, invece, Gianni Rivera vinse il Pallone d’oro. Riguardo a questo fatto Riva racconta: Non ho ancora digerito di non averlo vinto anch’io. Mi era stato promesso che l’anno successivo sarebbe spettato a me e invece mi infortunai”.

Pelé Brasile

Focalizzata l’attenzione nuovamente sui tempi odierni, parlando di due leggende del calcio del calibro di Maradona e Pelè, gli viene detto che un giorno lontano i tre giocheranno insieme in Paradiso. A tal proposito Gigi Riva risponde: “Non so se sarà lontanissimo… la loro morte mi ha fatto effetto. Alla mia età prima di dormire sei un po’ teso al pensiero”.

Infine, assicurando che non tornerà più allo stadio per evitare agitazioni, Riva conferma che in una seconda vita farebbe comunque il calciatore: Spero che il Padre Eterno mi dia le stesse doti di cui disponevo. Saper giocare a calcio, divertirmi in campo, sognare di far gol prima di una partita e poi segnare davvero”.

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