Empoli, Caputo: “Baldanzi? Ha colpi importanti. Per tornare a vincere abbiamo bisogno di un fattore”

L'intervista dell'attaccante dell'Empoli Francesco "Ciccio" Caputo, tornato a gennaio in Toscana dopo la parentesi con la Sampdoria

Francesco Caputo Empoli
30 Marzo 2023

Redazione - Autore

Dopo essersi affacciato per la prima volta in Serie A nel 2010/11, “Ciccio” Caputo è tornato nella massima serie con l’Empoli quattro stagioni fa senza mai più abbandonarla. Dopo tre ottime annate con Sassuolo e Sampdoria, l’attaccante pugliese ha lasciato i blucerchiati a gennaio per tornare in Toscana. In questa stagione, tuttavia, il numero 19 fatica a ritrovare continuità sottoporta, grazie alla quale era anche riuscito a guadagnare la nazionale nel 2020. Caputo ha rilasciato un’intervista all’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport: di seguito le parole dell’attaccante dell’Empoli.

Empoli, l’intervista di Caputo

Lunedì 3 aprile alle 18:30, in uno dei due posticipi della 28ª giornata, l’Empoli ospiterà il Lecce al Castellani. Questo il pensiero di Caputo: “Lunedì ci giochiamo molto, è una partita delicata. Il Lecce è forse la squadra più difficile da affrontare al momento perché, come noi, ha perso le ultime quattro. Noi le prestazioni le stiamo facendo, ma ci manca quell’episodio favorevole che faccia girare bene le cose“.

Baldanzi Empoli

Con l’Empoli, in questa stagione, Caputo sta facendo da chioccia a diversi giovani promettenti, ma fatica ad essere prolifico: “Purtroppo ne ho fatto solo uno fino ad ora. Satriano si muove benissimo, ma deve sentire di più il gol. Il vero giocatore si vede in partita. Anche Cambiaghi sta crescendo bene. Baldanzi lo vedo brillare, ha colpi importanti. È un mancino che si esalta col suo piede”.

martin satriano empoli

Caputo, infine, parla così dei suoi ex allenatori De Zerbi e Conte: “De Zerbi vive per il calcio, dalla sua idea non lo sposti. Non guarda in faccia a nessuno ma tira fuori il meglio da ogni giocatore. Conte l’ho avuto a Bari e a Siena, devo tanto anche a lui. Anche se adottano sistemi diversi, per certi versi lui e De Zerbi si assomigliano. Un altro a chi devo tanto? Andreazzoli, umanamente il numero uno“.

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