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Roma, Svilar sceglie il Belgio: rifiutata la convocazione della Serbia

svilar roma

In seguito alle ottime prestazioni e ai due rigori parati ai sedicesimi di Europa League contro il Feynoord, Mile Svilar sta conquistando sempre di più il cuore dei tifosi della Roma e degli amanti del calcio. Le sue caratteristiche sono emerse ulteriormente nelle ultime gara di Serie A. Le sue ottime parate stanno aiutando la Roma ad inanellare una serie di risultati utili, così da rimettere la stagione giallorossa sui binari giusti. Secondo quanto comunicato dal padre Ratko, interpellato dal quotidiano serbo Kurir, il calciatore ha fatto sapere all’allenatore della Nazionale e alla Federazione serba di non essere interessato alla chiamata fatta.

Svilar dalla Roma al Belgio

Grazie al cambio di rotta realizzato da De Rossi, la Roma sta collezionando numeri importanti e i giocatori stanno emergendo. Tra tutti c’è Mile Svilar. Il calciatore ex-Benfica è nato in Belgio, ed è cresciuto nelle giovanili dei diavoli rossi.

Il portiere giallorosso, 25 anni ad agosto, ha preso la propria decisione. E a quanto pare è una decisione definitiva: niente Serbia, vuole giocare con il Belgio. Svilar, del resto, è in possesso della doppia nazionalità: quella serba, naturalmente, ma anche quella belga, essendo nato nel 1994 ad Anversa mentre il padre Ratko – pure lui portiere – indossava la maglia del club locale.

Rui Patricio Roma
Credits Rosito

Il portiere giallorosso grazie alle regole della FIFA può cambiare nazionale. Svilar ha infatti giocato con le giovanili del Belgio e poi è stato chiamato dalla Serbia per un’amichevole disputata contro il Qatar nel settembre del 2021, scendendo in campo per 45 minuti. Dopodiché non è più sceso in campo, collezionando solo quattro panchine e venendo escluso da qualsiasi partita ufficiale, Mondiali compresi. Una sola presenza non ufficiale, peraltro neppure completa, basta e avanza per il cambio di Nazionale. Tutto è insomma perfettamente in regola perché il nuovo numero 99 della Roma svesta una maglia e ne indossi un’altra, come in passato hanno fatto altri suoi colleghi.