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Milan, Leao: “Non amo le statistiche, voglio divertire. Sogno? Vincere l’Europa League”

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In occasione dell’uscita del suo primo libro, “Smile”, Rafa Leao ha risposto a numerose domande al “Corriere della Sera“. Nell’intervista, il portoghese ha spiegato perché ride sempre, in campo e fuori. Oltre ad aver parlato del presente e del futuo nel suo Milan, squadra che ha portato l’attaccante a segnare 42 gol e fornire 36 assist in 154 partite in Serie A, con anche 3 reti e 6 assist in 20 gare di Champions League all’attivo.

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Milan, le parole di Leao nella sua intervista al Corriere

Rafa Leao, stella del Milan, ha iniziato la sua intervista parlando del perché sia spesso ripreso mentre sorride: “Molti bambini non hanno nemmeno l’acqua da bere. Io grazie a Dio ho tutte le fortune, e anche di più: come potrei non sorridere? Faccio ciò che ho sempre sognato da bambino, non potrei essere più felice. Il surfista? È un modo di vivere, che ti porta a essere sulla cresta quando arriva l’onda“.

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Sui suoi obiettivi da calciatore e da numero 10 dei rossoneri, il portoghese ha commentato: “Per migliorare ancora devo vincere trofei importanti come la Champions o l’Europa League che quest’anno vogliamo portare ai tifosi. Quando sei al Milan è un dovere vincere per restare nella storia. Futuro? Sono al Milan, ho 4 anni di contratto e voglio vincere con loro. Qui sono arrivato quando ero un ragazzino, mi hanno aiutato quando ero in difficoltà e ora devo dimostrare tutta la mia lealtà. Ibra e CR7? Il primo mi ha aiutato molto, come calciatore e come persona. Il secondo è il mio idolo, assieme a Ronaldinho. Faccio solo gol belli? Vorrei segnare di più, ma faccio anche assist e giocate. Non amo le statistiche, per me il calcio è magia, è divertimento. Cosa mi ripete Pioli? Che sono sempre l’ultimo. La proprietà mi è sempre vicina“.

Pioli Milan

Sulle questioni che si sviluppano fuori dal rettangolo di gioco, Leao ha detto: “Una volta finito con il calcio voglio dedicarmi alle mie altre passioni, che sono la moda e la musica. I social? Sono pericolosi, c’è troppa cattiveria e poca educazione. Io li uso per lavoro, ma non mi piacciono perché lì ci sono pochi sorrisi. Milano? Ormai è casa mia: amo tutto, dallo shopping al cibo“.