Milan, Filippo Inzaghi: “Ho interrotto la mia carriera a causa di Allegri”

Nella sua autobiografia Filippo Inzaghi, ex calciatore del Milan, racconta il suo doloroso addio al calcio

Filippo Inzaghi Reggina
20 Giugno 2023

Sofia Silveri - Autore

L’ex centravanti del Milan si racconta nella sua autobiografia “Il momento giusto” in uscita il 20 giugno 2023. Filippo Inzaghi parla insieme a G. B. Olivero di quanto fu doloroso per lui dare l’addio al mondo del calcio. Nel 2012, infatti, Inzaghi dovette salutare il Milan e il calcio giocato, raccontando un retroscena del suo rapporto con Allegri.

Prima ancora di salutare i rossoneri, aveva già salutato la Nazionale italiana nel 2007. Insieme a lui diedero l’addio al calcio anche altri campioni come Nesta, Maldini, Pirlo, Seedorf e Gattuso. L’attuale allenatore della Reggina rivela nel suo libro appena uscito che la causa della fine della sua carriera fu Massimiliano Allegri.

Il racconto di Inzaghi, ex Milan, e l’aneddoto con Allegri

L’ex numero 9 del Milan scrive nel suo libro: “Durante la primavera del 2012 io e il Milan avevamo trovato un accordo per prolungare il mio contratto di un anno. Io sarei stato decisamente un importante collante nello spogliatoio che nel giro di poco tempo aveva perso Maldini, Nesta, Gattuso, Pirlo, Seedorf. Elementi di spessore che avevano lasciato un grande vuoto. Non avrei mostrato alcuna pretesa…Galliani era felice di aver trovato insieme a me questa soluzione. Allegri invece la bocciò, non mi voleva più nello spogliatoio e lo disse al dirigente chiedendo che non mi fosse rinnovato il contratto. Per me fu una mazzata”.

Allegri Juventus

Dalle dichiarazioni di Inzaghi emerge che la colpa del mancato prolungamento del contratto fu di Allegri. D’altronde la cosa non stupisce, dato che tra i due non c’è mai stato un particolare feeling. Ricordiamo, infatti, un episodio in cui i due vennero quasi alle mani nel 2012/2013, quando Inzaghi allenava gli Allievi del Milan.

massimiliano allegri

Inzaghi nel libro ricorda non solo le discussioni con l’ex allenatore, ma anche il difficile distacco dal mondo calcistico. “Nell’autunno del 2015 per la prima volta il pallone era sgonfio: non rimbalzava più. Mi alzavo al mattino e non sapevo come arrivare a sera. Andavo in palestra, ma senza entusiasmo, solo per far scorrere il tempo, riempire la giornata ed evitare che la noia e lo sconforto prendessero il sopravvento. Il mio corpo mi mandava segnali inequivocabili di malessere. Lo dico chiaramente e senza vergogna: ho avuto paura. Ho fatto quattro gastroscopie e altre analisi poco piacevoli, viaggiavo sempre con un borsello pieno di cd con ecografie e risonanze che mostravo a diversi specialisti. Ho temuto di avere qualcosa di grave, perfino la Sla. Sono stati mesi di disagio e sofferenza, in cui faticavo a trovare una via d’uscita. Ho capito qual era il problema e l’ho superato poco alla volta, circondandomi dell’amore della famiglia. I miei genitori sono stati eccezionali: hanno compreso ciò di cui avevo bisogno.”

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