SAN SIRO non si tocca fino al 2030: stoccata dalla FIGC | Gravina spiega il motivo

San Siro, (Imago)
Il presidente della FIGC Gabriele Gravina si è espresso in maniera netta in merito al futuro dello stadio di Milan e Inter
La Serie A è ormai da sempre uno dei campionati più affascinanti nel panorama mondiale, ospitando partite di spessore e giocatori all’altezza della sua storia.
Il calcio italiano è noto per la dedizione alla fase difensiva, la cura del dettaglio e la volontà di portare a casa il risultato. Un tempo, però, ad accompagnare le grandi sfide c’erano anche cornici spettacolari, che oggi non appaiono più al passo coi tempi.
Se in passato l’Italia poteva vantare i migliori stadi d’Europa, oggi non si può dire lo stesso: le strutture sono rimaste sostanzialmente invariate, mentre il resto del mondo continua a modernizzarsi.
In questo contesto è arrivata un’ulteriore stoccata dalla FIGC, che ha stabilito che San Siro non potrà essere toccato almeno fino al 2030.
La questione San Siro
Tra gli stadi più al centro del dibattito c’è senza dubbio San Siro, casa di Inter e Milan. Un impianto che ha ospitato campioni indimenticabili e partite leggendarie, calcato da alcuni dei giocatori più celebri della storia. Non solo: sul prato del Meazza hanno giocato la Nazionale e si sono disputate finali di Champions League, confermando il suo ruolo di vera e propria Scala del Calcio.
Oggi, tra favorevoli e contrari, appare però inevitabile una ristrutturazione per mantenere lo stadio al passo con i tempi. Un passaggio reso ancora più urgente dall’avvicinarsi di Euro 2032, quando Italia e Turchia ospiteranno insieme i Campionati Europei. Inter e Milan hanno già messo sul tavolo una proposta di intervento, ma resta da confermare. Nel frattempo è arrivata una stoccata dalla FIGC.

Gravina si esprime sugli stadi italiani
Gabriele Gravina, presidente della FIGC, è intervenuto ai microfoni nell’intervista rilasciata a Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1, parlando soprattutto della questione sugli stadi, in merito all’avvicinamento di Euro2032: “La situazione è sotto gli occhi di tutti: io riscontro segnali positivi. Li abbiamo raccolti nel giro delle città candidate, che abbiamo portato avanti nelle ultime settimane. Sono elementi positivi, devono essere tramutati in fatti: il privato ha voglia di investire, ma deve essere messo nelle condizioni di poter agire. Ci auguriamo che il nostro governo e il ministro Abodi possano agevolare questi processi e supportare le iniziative serie che arrivano dal mondo del calcio”.
Ha poi continuato parlando di San Siro: “Milano è una città da sempre proiettata verso l’Europa, non può rimanere fuori dai cinque stadi per la fase finale di Euro 2032. L’auspicio è che i due club possano finalmente decidere di operare, ho motivo di ritenere che la città di Milano non lascerà cadere la volontà e l’intenzione delle due società di realizzare una struttura moderna, risolvendo questo spinoso tema”. Infine su i possibili stadi da adoperare: “Torino mi sembra già una realtà pronta, altrettanto Roma dove devo ringraziare Sport e Salute che a breve incontrerà la UEFA per un piano di investimenti. C’è fermento a Bologna, Cagliari, Palermo, la novità arriva dall’interesse di Salerno“.