“Non voglio più allenare”: l’ex INTER ammette tutto, non vuole impegnarsi in una nuova carriera

Cristian Chivu, allenatore dell'Inter (imago)
Arriva la dichiarazione dell’ex Inter, che ammette di non voler più allenare né dedicarsi ulteriormente a una nuova carriera
Arrivano dichiarazioni inaspettate da un ex nerazzurro, che hanno lasciato tifosi e addetti ai lavori senza parole.
Intervistato di recente, l’ex Inter ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di proseguire nel mondo del calcio, né come allenatore né intraprendendo una nuova carriera.
Il futuro del protagonista, che ha scritto pagine importanti nella storia dell’Inter, resta ora avvolto nel mistero.
Una decisione che ha colto di sorpresa la società e i tifosi, lasciando aperte numerose domande sul prossimo capitolo della vita di uno dei volti del recente passato nerazzurro.
L’ex Inter ha preso la decisione definitiva: non vuole più allenare
Diverse sono le strade che i protagonisti del calcio scelgono una volta lasciati i grandi club dove hanno scritto pagine indelebili della storia del gioco. Alcuni proseguono tra panchine e nuovi progetti, altri decidono di prendersi una pausa dal mondo del calcio.
Tra questi c’è l’ex Inter, che ha recentemente fatto chiarezza sul proprio futuro, ammettendo di non voler più allenare. Una decisione chiara e definitiva, che segna la conclusione di una carriera sportiva ricca di dedizione e di momenti indimenticabili, rendendo eterno il ricordo del suo contributo all’Inter del recente passato.

L’ex Inter annuncia di non voler più allenare
Andrea Ranocchia, ex difensore di Inter, Monza e Bari, ha recentemente rilasciato un’intervista a tuttomercatoweb.com in cui ha parlato del suo futuro lontano dai campi da gioco. L’ex difensore italiano, noto per la sua lunga carriera tra Serie A e Serie B, ha spiegato di non avere intenzione di intraprendere la carriera da allenatore o altre strade nel mondo del calcio.
Ranocchia nell’intervista ha parlato del suo futuro e della sua carriera: “Al momento non ho né la voglia né la testa per rientrare nel mondo del calcio. Fare l’allenatore è completamente diverso: richiede un impegno dieci volte maggiore rispetto a quando eri calciatore, devi vivere per quello. Si rischia di trascurare famiglia e amici e non sai mai come può evolvere la situazione. Alla fine ti ritrovi a 70 anni ancora immerso in questo mondo. Sono molto soddisfatto della mia carriera. Forse l’unico rimpianto è stata la scelta di andare alla Sampdoria: mi sono lasciato un po’ guidare dall’impulsività e ho preso una decisione troppo in fretta, in un momento personale difficile. Cercavo di allontanarmi da Milano per ritrovare la mia strada, ma i problemi personali me li sono portati comunque dietro”.