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Roma, Koné: “Con Gasperini ti viene voglia di lottare, vogliamo vincere l’Europa League. Sui gol…”

Roma, Koné: "Con Gasperini ti viene voglia di lottare, vogliamo vincere l'Europa League. Sui gol..."

Manu Koné, centrocampista della Roma, (Imago)

L’intervista del centrocampista della Roma Manu Konè, rilasciata ai microfoni del Corriere della Sera, parlando di Gasperini e della stagione

Avvio super per Gian Piero Gasperini sulla panchina della Roma: in 5 giornate ha collezionato 4 vittorie, piazzandosi al primo posto della classifica di Serie A, insieme a Napoli e Milan.

Tra i protagonisti di questo inizio c’è sicuramente il centrocampista Manu Koné, autore di grandi prestazioni e in grado di offrire un contributo sia in fase offensiva che difensiva.

Proprio Koné, nella giornata odierna, ha rilasciato un’intervista ai microfoni del Corriere della Sera, parlando di Gasperini, del numero di gol e del suo modello di ispirazione.

Di seguito, le parole del centrocampista giallorosso.

Roma, l’intervista di Manu Koné

Il centrocampista ha esordito dicendo: “Se oggi sono questo è grazie alla frattura della tibia a 15 anni, c’era il rischio di non tornare al meglio, ma eccomi. Quella ferita mi ha reso più forte. La difficoltà era vedere la mia famiglia triste, lo dico senza arroganza: ho sempre avuto un carattere forte che mi ha salvato”.

Poi ha parlato di Gasperini e del primo posto con la Roma: “Gasperini? Non ho mai visto nessuno vivere le partite così, è come se fosse in campo. Ti viene per forza la voglia di lottare per lui. Primo posto? Lavoriamo per questo, ma non esaltiamoci, l’anno scorso siamo partiti male e lo abbiamo pagato alla fine. Obiettivo? Arrivare tra le prime 4 e vincere l’Europa League, dobbiamo essere ambiziosi”.

Roma, Konè: "Con Gasperini ti viene voglia di lottare per lui. Sui gol e gli obiettivi..."
Gian Piero Gasperini, allenatore della Roma, (Imago)

Le parole del centrocampista giallorosso

Koné ha poi aggiunto: “Pressione? Io non mi stresso mai prime delle gare, ci alleniamo tutta la settimana per giocare. La partita è la parte più gioiosa del nostro lavoro, non bisogna rovinarla con lo stress, ma divertirsi e rispettare i consigli dell’allenatore. Io non so mai felice di una mia prova, anche se col tempo sono diventato costante. Pochi gol? Arriveranno, so di saperli fare e devo migliorare. Con tutto il lavoro che facciamo noi centrocampisti, capita di arrivare stanchi. Allenamento? Alleno tutto, da 2 anni ho un nutrizionista, un coach personale, un fisioterapista, un allenatore fisico e uno mentale. E’ il lavoro invisibile, importante come quello nel campo”.

Infine ha concluso dicendo: “Da casa vedo Saint-Denis, da piccolo ci passavo davanti con il treno e sognavo di giocare li. E’ successo a marzo e sono venute 30 persone, le stesse che sognavano con me. Pogba? E’ un modello, non un idolo. Per noi ragazzi di banlieue è un simbolo insieme a Serge Aurier, ogni tanto osservo ancora i suoi video. Esultanza nel derby? Nelle gare importanti bisogna lasciare il segno, qualcuno l’ha presa male, ma resta il derby”.