Italia, Gnonto: “Sono interista e mi piacerebbe un giorno tornare. Mancini mi ha sorpreso”

Wilfried Gnonto ha parlato di Italia, di Mancini, di scuola e non solo in un'intervista: il giovane esterno dello Zurigo si è raccontato

Gnonto Italia
16 Giugno 2022

Redazione - Autore

Tra le sorprese più belle di questa Nations League per l’Italia c’è sicuramente Wilfried Gnonto. Il giovane attaccante classe 2003 ha fatto bene in queste partite europee degli Azzurri, che, in generale, non hanno convinto l’ambiente. Mancini, però, ha dato anche spazio a tanti giovani che potranno davvero rappresentare il futuro della Nazionale dopo la brutta (doppia) mancata qualificazione al Mondiale. Intanto, in un’intervista al Corriere della Sera ha parlato proprio Gnonto, il gioiellino dell’Italia. Ha raccontato un po’ di sé, di Mancini, degli studi e non solo.

Italia, l’intervista di Gnonto

Sull’Italia: “Non è questione di Gnonto o di non so chi altro. I tedeschi sono stati superiori in tutti gli aspetti, sono molto più avanti di noi e non certo da ieri. Siamo un gruppo giovane, molti fino a due settimane fa non avevano mai giocato assieme. Stiamo cercando di ripartire e davanti abbiamo due anni difficili ma belli: c’è entusiasmo, qualità ed esperienza“.

Gnonto a 18 anni e 222 giorni è diventato anche il più giovane marcatore azzurro, ma ha detto:

“Non è servito a niente, mi dispiace sia arrivato in una sconfitta del genere. La cosa più importante era vincere, invece è andata male”.

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Sul CT Mancini: “Ha riunito gli 8-9 giocatori che ha convocato dopo lo stage e ci ha detto che dovevamo farci trovare pronti. Lì ho capito che credeva davvero in noi: questo su di me ha lasciato il segno. Quello che ha fatto il c.t. con noi giovani non era per nulla scontato. È stato un segnale forte“.

Il CT ha detto che lei ha la testa: che significa?Vuol dire mantenere sempre l’equilibrio. Non ero molto conosciuto prima di queste quattro gare, mentre ora magari lo sono un po’ di più. Ma non ero scarso prima e non sono un fenomeno adesso“.

Sulla maturità: “Porterò i libri anche lì all’Europeo Under 19, non c’è alternativa perché la situazione è così così. Se non avessi avuto gli impegni del calcio non avrei lasciato il liceo classico: ma a materie come latino e greco devi stare dietro tutto il tempo“.

Sulla famiglia: “In questi giorni ho realizzato tanti sogni che avevo quando ho iniziato a giocare. E lo devo ai tanti sacrifici fatti, soprattutto dai miei genitori. Quello che hanno fatto loro per me è stato incredibile. Molte volte non c’erano i soldi per andare a Milano all’allenamento: mia mamma lavorava in un hotel a Baveno e sperava nelle mance, per pagare la benzina“.

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Sull’Inter:Mi hanno dato la prima grande occasione e mi hanno insegnato quasi tutto. Questo ha fatto la differenza per me. Futuro? Non so, posso dire che sono interista e mi piacerebbe un giorno tornare. Ho tanto tempo davanti a me, vedremo con calma“.

Sui giovani:Dipende sempre dalle squadre e dal giocatore: si parla tanto di noi giovani, ma bisogna anche dimostrarsi all’altezza. Io ad esempio giocando all’estero sto facendo esperienze diverse, sotto certi aspetti sono più maturo”.

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