Fiorentina, Duncan: “Tra i giocatori in campo c’è razzismo”

Fiorentina, Alfred Duncan ha parlato in un'intervista ai microfoni dei canali ufficiali del club: tra i temi trattati c'è anche il razzismo

15 Novembre 2023

Sofia Silveri - Autore

Alfred Duncan, centrocampista della Fiorentina, ha rilasciato un’intervista sui canali social ufficiali della Viola. Tra le diverse tematiche trattate il calciatore ha parlato anche della questione razzismo.

fiorentina duncan intervista
Mp Firenze 02/10/2023 – campionato di calcio serie A / Fiorentina-Cagliari / foto Matteo Papini/Image Sport nella foto: Vincenzo Italiano

Fiorentina, l’intervista di Duncan

Il ghanese ha così esordito: Tra i giocatori il razzismo c’è sempre in campo, purtroppo non indossiamo i microfoni e quindi è difficile sentire ciò che si dice. Per me non è il fatto di dire “nero” o “scimmia” che fa capire che uno è razzista, ma è il modo in cui lo dici e quando lo dici, perché magari potevi dirlo prima, ma lo dici solo dopo che succede qualcosa. Quando uno scherza su queste cose, può anche dire che ci ha ripensato. Dà fastidio, ma io con il tempo ho imparato a non reagire. Non penso che gli altri abbiano qualcosa più di me, siamo tutti allo stesso livello. Anche chi è tra il pubblico può dire ciò che vuole, alla fine sono loro che pagano per vedermi giocare. Una cosa che è iniziata cento anni fa e ancora continua non finirà mai. Per me, meno se ne parla e meglio è“.

In seguito, ha continuato: “Anche quando giochi in trasferta, vedi i tifosi avversari, perfino genitori con i figli che fanno certi gesti contro di noi. I bambini guardano quello che fanno i genitori e da grandi faranno le stesso cose con i loro figli. Finché non ci sarà più educazione si andrà avanti così. Si tramanda di generazione in generazione”.

Duncan Fiorentina

Infine, il calciatore della Fiorentina ha concluso: “Col mondo della Fiorentina ho un buon rapporto, se non di più. Quando ero al Sassuolo e mi è stato chiesto se avessi voluto fare questo trasferimento ho risposto che mi sarebbe piaciuto giocare davanti a 30.000 persone che fanno un effetto diverso e conoscendo Firenze sapevo cosa avrei trovato. A volte venivo anche a vedere le partite, volevo fare un salto di qualità“.

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