“Prendo pillole, soffro di insonnia”: la stella della serie A ammette | Mi ha rovinato la carriera

Stadio Olimpico (Credits: Domenico Bari)
La stella della Serie A confessa tutto: assume pillole perché soffre di insonnia, carriera rovinata per il calciatore
Una carriera piena di talento, ma segnata da un nemico invisibile. Quello che doveva essere un compagno silenzioso – il sonno – si è trasformato in un ostacolo insormontabile per un calciatore che, negli anni migliori, ha fatto innamorare i tifosi con giocate d’alta scuola.
Oggi, a distanza di tempo, la sua voce è quella di chi ha deciso di raccontare tutto: una battaglia personale combattuta lontano dai riflettori, con la speranza che la sincerità possa servire da monito per altri.
Il protagonista, infatti, non parla di contrasti o falli duri, ma di notti insonni. Ore passate sveglio, con la testa che non si spegne mai, i pensieri che corrono a mille e il corpo che non riesce a recuperare. “Forse se avessi dormito di più, la mia carriera sarebbe stata diversa”, confessa. E in queste parole c’è tutta la fragilità di un atleta che, dietro la forza fisica e la disciplina, nascondeva una stanchezza più profonda, quella che non si vede.
Per anni ha cercato risposte. Ha provato cure, metodi, meditazioni, perfino farmaci, pur di riuscire a dormire qualche ora in più. Ma niente sembrava bastare. “La mia testa andava a 2000, anche dopo le partite. Tornavo a casa e non riuscivo a chiudere occhio. Così il corpo non recuperava, e arrivavano gli infortuni.”
Una vita a rincorrere il sonno
Il calciatore spiega come, nei momenti peggiori, l’insonnia sia diventata una vera e propria ossessione. La stanchezza accumulata si trasformava in tensione, la tensione in stress muscolare, e lo stress in nuovi stop fisici. Un circolo vizioso difficile da interrompere. “Facevo di tutto – racconta –. Prendevo una pillola per dormire prima delle partite, poi in settimana provavo con la meditazione, con la respirazione, con qualsiasi cosa potesse aiutarmi a staccare la mente.”
Una lotta silenziosa che ha accompagnato ogni stagione della sua carriera, fino all’ultimo giorno da professionista. “Non posso lamentarmi – aggiunge – perché so di aver dato tutto quello che avevo, ma non riuscivo a gestire il mio corpo come avrei voluto. E questo, a lungo andare, mi ha presentato il conto.”
Dal grande calcio al ritiro: la confessione dell’ex Roma
Dietro queste parole si nasconde Diego Perotti, ex attaccante di Roma e Genoa, uno dei talenti più amati e, al tempo stesso, più tormentati della Serie A. L’argentino, oggi 37enne, ha rivelato tutto nel podcast Calcio Selvaggio, parlando apertamente dell’insonnia cronica che lo ha perseguitato per anni e che, secondo lui, ha inciso pesantemente sulla sua carriera. “Se il mio corpo fosse riuscito a riposare sei o sette ore a notte, forse avrei avuto meno infortuni muscolari”, ha spiegato.
Dopo il ritiro, annunciato nell’autunno 2024, Perotti ha continuato a giocare a livello dilettantistico con il Vesta Calcio, ma il problema non è mai scomparso: “Dormo poco anche ora che ho smesso. È una delle poche cose che non sono mai riuscito a risolvere.” Nonostante tutto, l’ex giallorosso non ha perso la sua consapevolezza: “Sono caduto, mi sono rialzato, ho avuto alti e bassi, ma ho sempre cercato di dare il massimo.” Oggi, dietro il suo racconto sincero, c’è il messaggio di un uomo che ha imparato – a caro prezzo – che nel calcio, come nella vita, a volte non basta la forza delle gambe se la testa non riesce mai a fermarsi.