Non posso tradire i miei ex tifosi: secco rifiuto alla Juventus | Era l’obiettivo numero uno

Cristiano Giuntoli, dirigente della Juventus (Imago)
Sfuma il grande obiettivo della Juve: decisione presa per rispetto dei tifosi, salta il trasferimento della prima scelta
Nel calcio, si sa, basta un dettaglio – o come in questo caso un’emozione – per cambiare tutto all’improvviso. È così che un affare che sembrava scritto ha preso una piega del tutto diversa.
Nel mondo del calciomercato, non sono solo i milioni a muovere le scelte. A volte, c’è qualcosa di più forte: il legame con una storia, un’identità, un passato che pesa come un macigno.
Non tutti riescono a dire di no, ma chi lo fa spesso lascia un segno indelebile. In questo caso un club di prima fascia si era mosso in largo anticipo, convinto di avere tra le mani il colpo giusto per rinforzare la propria squadra.
A bloccare il trasferimento però non è stata la concorrenza, né un problema economico. La scelta, forte e decisa, è arrivata proprio dal diretto interessato.
Quando il cuore vince sul mercato
In un calcio moderno, dominato da agenti, clausole e milioni, ci sono ancora giocatori che mettono i sentimenti davanti agli affari. Non è la prima volta che un professionista decide di rinunciare a una grande opportunità pur di non ferire una parte importante della propria carriera o della propria vita. Un esempio? Paulo Dybala la scorsa estate: l’argentino decise di rifiutare un’offerta monstre dall’Arabia per restare a Roma.
E non si tratta solo di bandiere di una vita: anche giovani talenti, con tutta la carriera davanti, sono stati capaci di dire “no” a club blasonati pur di restare fedeli alla propria identità. Una scelta che spesso li rende meno vincenti sul campo, ma molto più rispettati fuori. Dietro ogni rifiuto di questo tipo, c’è sempre una storia che vale la pena raccontare.

Buongiorno “Non potevo tradire la mia storia”: retroscena clamoroso su Juve e Napoli
Alessandro Buongiorno rompe il silenzio e racconta tutto ai microfoni de La Stampa: prima di diventare un nuovo difensore del Napoli, era stato cercato con decisione dalla Juventus. “Interesse vero: mi hanno cercato prima che da Napoli manifestassero la volontà di portarmi qui, ci ho parlato. Ma ho parlato, spesso, con me stesso: non potevo tradire la mia storia”, ha dichiarato.
Nato e cresciuto granata, Buongiorno ha spiegato di aver rifiutato i bianconeri per rispetto verso il Torino e i suoi tifosi. “Quando si è fatta viva la Juve ho deciso da solo”, aggiunge. Poi l’incontro casuale – o forse no- con Conte in un ristorante di Torino ha fatto il resto: “Ti entra nella testa per come lavora”. Un colpo di scena che ha portato il classe ’99 al Napoli, e che dice molto di più di altre mille trattative di mercato.