Udinese, Runjaic: “Lucca? Parecchi lo seguono con attenzione. Su Thauvin, Solet e Sanchez…”
Kosta Runjaic, allenatore Udinese (Imago)
L’allenatore dell’Udinese, Kosta Runjaic, parla in esclusiva alla Gazzetta dello Sport della sua prima stagione alla guida dei bianconeri
Per gran parte del campionato, la sua Udinese è stata tra le sorprese della stagione, con una salvezza mai davvero in discussione e, per un periodo, anche qualche ambizione verso le zone europee della classifica. Kosta Runjaic, in un’intervista esclusiva alla Gazzetta dello Sport, traccia un bilancio della sua prima stagione in Serie A.
Il campionato dei friulani si è concluso con un dodicesimo posto e 44 punti, gli stessi del Torino, ma il finale ha lasciato qualche rammarico: una volta ottenuta la salvezza aritmetica, la squadra ha infatti perso qualche punto per strada, rallentando rispetto al ritmo brillante della prima parte di stagione.
La stagione bianconera, però, non si può ridurre alla sola salvezza, conquistata comunque con largo anticipo e merito. Va sottolineato l’ottimo lavoro del tecnico austriaco, capace di costruire un’identità di gioco solida e, soprattutto, di valorizzare giovani talenti inserendoli con continuità nell’undici titolare.
È il caso, ad esempio, di Lucca, Solet, Karlström e altri giovani che hanno dimostrato di essere pronti per la Serie A. Accanto a loro, l’esperienza di giocatori come Florian Thauvin ha contribuito a creare un mix equilibrato che ha dato solidità e qualità alla squadra friulana.
Le parole dell’allenatore bianconero
Kosta Runjaic ha tracciato un bilancio della stagione dell’Udinese, riflettendo non solo sul proprio impatto con il calcio italiano, ma anche sul rendimento di alcuni elementi chiave della rosa. Tra le dichiarazioni che hanno fatto più scalpore ci sono quelle su Lorenzo Lucca, definito un talento in crescita ma non ancora completo. Il tecnico ha sottolineato: “Ha attirato l’attenzione in questa stagione grazie al suo talento, ai gol e alla capacità di giocare in area di rigore. Credo che parecchi direttori sportivi di grandi club lo seguiranno con molta attenzione. Però non dobbiamo dimenticare che questa era solo la sua seconda stagione in Serie A. Ha già dimostrato il suo talento a tutto il mondo del calcio, ma deve ancora compiere quel salto di qualità per diventare un attaccante di punta a livello internazionale in modo continuativo”.
Il tecnico si è poi soffermato su altri giovani protagonisti dell’annata bianconera, come Karlström, Solet e Atta: “Karlström lo conoscevo già dai tempi in Polonia e sapevo che sarebbe stato perfetto per noi: è uno di quei giocatori che garantisce costanza settimana dopo settimana. Su Solet, posso dire che ha qualità, calma ed eleganza, ma dobbiamo lavorare ancora molto sulla fase difensiva, perché come squadra abbiamo subito troppi gol. Atta, invece, è un centrocampista molto interessante: ha forza fisica, tecnica e grande duttilità. È un classico esempio del modello Udinese, prendiamo giovani di talento e diamo loro spazio per crescere. Se riuscirà a essere dominante in partita come lo è stato in allenamento, potrà andare davvero lontano”.
Le dichirazioni di Runjaic
L’allenatore bianconero ha parlato di Thauvin e Sanchez: “Ho nominato Florian capitano perché sapevo potesse fare la differenza, e ha ripagato la fiducia con ottime prestazioni. Quando gli dai un ruolo da protagonista, diventa ancora più forte. Nelle ultime settimane, senza Thauvin, Davis e a volte Lucca, abbiamo faticato a segnare: loro due sono stati coinvolti nel 60% dei nostri gol. Le aspettative su Sanchez erano alte, ma ora è in una fase diversa della carriera e un infortunio ha reso la stagione difficile. Quest’anno non ha potuto giocare un ruolo da protagonista. Per il prossimo anno, lui deve prima capire quale ruolo vuole assumere”.
Runjaic, infine, ha parlato delle aspettative per la prossima stagione: “Ho le idee chiare su come rinforzare la squadra, ma ne discuteremo internamente nelle prossime settimane. I nuovi acquisti dipendono sempre da chi ci lascia. Voglio una squadra che possa giocare con più sistemi, ma dobbiamo migliorare ancora. La flessibilità tattica è fondamentale per essere più imprevedibili e adattarci meglio agli avversari”.