Tevez: “Il mio grande rimpianto è la finale contro il Barcellona. Non sono andato al Milan perché…”
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L’ex stella bianconera Carlos Tevez ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport in cui ha dato una sua opinione sulla Juventus di Allegri e non solo. Il fuoriclasse argentino ha anche raccontato dei retroscena che lo interessarono in prima persona sia in chiave mercato che rispetto ad esperienze passate.
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L’intervista di Tevez
L’ex attaccante della Juventus ha esordito parlando del suo stile di gioco e di coloro che lo hanno ispirato: “Sono passionale, uno che ci mette l’anima tutti i giorni. Giochiamo un calcio dinamico: pressing alto e grande attenzione alla fase offensiva. Con i miei giocatori sono un martello, ho avuto grandi maestri…Mi ispiro a Conte per la passione e l’ossessione per la vittoria, da Bielsa ho preso l’attenzione ai dettagli e da Ferguson mi porto la grande calma nella gestione del gruppo“.
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Poi ha continuato parlando di Massimiliano Allegri e della Juventus: “Max è diverso, è più tranquillo. Questo non vuol dire che non sia un vincente o che non abbia mentalità. Basta vedere come si rialza da ogni momento difficile. Tutto grazie alla gestione e all’empatia che sa creare con il gruppo. È più calmo nelle situazioni, ma gli va dietro tutto lo spogliatoio. La squadra ora è terza e credo non abbia i mezzi per fare di più. Siamo abituati a vedere la Juventus vincere quindi ci sorprendiamo se non lo fa per qualche anno. Seguo molto la Serie A e penso che l’Inter sia superiore e ci sia tanta distanza tra i due club“.
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Tevez ha poi parlato della finale di Berlino 2015: “La finale di Champions è un mio grande rimpianto. Eravamo fortissimi. E io ero convinto di poterla vincere, anche se avevamo davanti il miglior Barça di sempre. Guardiamo il centrocampo: Pirlo, Pogba, Vidal, Marchisio. Ti davano la sensazione di poterti mandare in porta da un momento all’altro“. Infine, ha concluso raccontando un retroscena di mercato: “Dovevo andare al Milan, ma non dipese né da me né da Galliani. C’è sempre stata stima e molto rispetto. Poi ogni volta che giocavo col Milan facevo benissimo. La Juve si mosse bene, un po’ anche in segreto e riuscì a prendermi. Chissà però che le strade col Milan non si possano incrociare di nuovo. Magari da tecnico…”.