Milan, Pioli: “Ai miei giocatori al Mondiale ho dato una regola”

Le parole dell'allenatore del Milan, Stefano Pioli, intervenuto su Sky Calcio Club durante questa pausa per i Mondiali in Qatar

Pioli Milan
4 Dicembre 2022

Redazione - Autore

Il Milan è arrivato alla sosta per i Mondiali al secondo posto in classifica, con 33 punti ottenuti in 15 partite. Stefano Pioli, è intervenuto come ospite a Sky Calcio Club. Tanti i temi affrontati dall’allenatore rossonero, dai Mondiali, dove sono protagonisti alcuni suoi giocatori, come Giroud e Theo Hernandez, oltre al campionato.

Pioli Milan

Il Milan, dopo qualche settimana di pausa, ha ripreso a lavorare a “Milanello”, prima di partire per la tournée invernale a Dubai programmata per l’11 dicembre.

Milan, le parole di Pioli

Le prime parole, Stefano Pioli le ha riservate per i suoi giocatori impegnati nel Mondiale di Qatar. In primo luogo, ha parlato di Olivier Giroud, che è diventato il miglior giocatore della storia della Francia. “Olivier si sta confermando un grande giocatore, sono molto contento per lui e per Theo Hernandez. Ero sicuro che avrebbe fatto così bene anche con la nazionale. Lo spessore dell’uomo e le qualità del giocatore le ho capite dalle prime videochiamate che abbiamo fatto. Sin da subito sono stato convinto da lui”.

Theo Hernandez Milan

In particolare, Stefano Pioli ha riservato ulteriori parole di elogio per il suo centravanti: “Spero che vinca il Mondiale, preferisco avere giocatori motivati e vincenti”. A differenza di Giroud, Kjaer ha terminato già la sua avventura al mondiale: “Simon è deluso. La Danimarca per la prima volta dopo tanto tempo aveva l’opportunità di fare bene”.

Pioli e la regola data ai suoi giocatori per il Mondiale

L’allenatore del Milan, ospite a Sky Calcio Club, ha rivelato poi una regola imposta ai suoi giocatori: “Hanno l’obbligo di chiamarmi ogni volta al termine di una partita“.

Poi, Pioli ha iniziato parlando in particolar modo di Leao: “Il Portogallo ha una rosa di livello, non entro nel merito dei minuti giocati. Il primo anno l’ho punzecchiato, è vero. Quando ho capito che era un fuoriclasse? In allenamento subito ho capito che giocatore eraHa una tecnica abbinata a una velocità che in pochi hanno. Gli è servito del tempo per ambientarsi, ma il suo potenziale si è visto da subito”.

Diversi elogi, ma anche alcuni consigli per LeaoCredo debba fare un ultimo salto per poter diventare un campione. Può giocare in vari modi. A volte gli chiediamo di allargarsi, altre di stare più dentro al campo. Può giocare ovunque e può fare tutto. Può diventare più decisivo nell’area avversaria, deve essere più determinato. Lo vorrei vedere di più sul secondo palo, glielo dico sempre. Dovrebbe attaccare di più il secondo palo e fare gol di testa, glielo dico sempre. È ancora giovane ma è disponibile e sono sicuro arriverà a grandissimi livelli”.

L’allenatore del Milan ha poi parlato del Mondiale: Credo sia un Mondiale di individualità. Rispetto a un Mondiale estivo c’è stato meno tempo per lavorare di squadra, è difficile per un allenatore preparare in una settimana un grande gioco di squadra. A livello tecnico-tattico non ci sono stati grandi squadre, mentre a livello di individualità sì. Forse l’unica eccezione è la Spagna di Luis Enrique, che ha espresso sicuramente il miglior gioco fin qui“.

Riguardo alla ripresa del campionato: “Per chi ha riposato è stato un bene secondo me, arriveranno a gennaio in buone condizioni fisiche e mentali. Chi gioca il Mondiale non so come arriverà. Sulla carta chi ha meno giocatori al Mondiale è avvantaggiato, però poi si vedrà”.

Pioli ha anche risposto alle domande sui vari esoneri rimediati prima della vittoria con il Milan: “All’inizio un esonero lo trovi ingiusto, tranne quello di Palermo. Passato il dolore però poi inizi a ragionare su cosa è successo e questo ti fa capire i tuoi errori. Ogni situazione negativa mi ha fatto ripartire con una consapevolezza maggiore. Quello di Palermo fu un esonero giusto. Venimmo eliminati ai preliminari di Europa League. Non mi ero inserito in quell’ambiente. La squadra aveva perso un mese prima la finale di Coppa Italia e io non ero entrato nella testa dei giocatori. Ho fatto allenamento e poi il Presidente mi ha chiamato. Ci siamo visti e mi ha detto che non aveva buone sensazioni e io gli ho detto che aveva ragione. L’esonero non mi ha fatto male. Lui è stato diretto e con lui ci siamo sentiti anche negli anni successivi”

Sul possibile arrivo di Rangnick al suo posto: Abbiamo perso la prima partita ma poi è cambiato tutto. Se abbiamo fatto questo percorso è perché tutti hanno dato il loro contributo. Dal primo giorno che sono entrato a Milanello mi sono subito sentito bene e poi il confronto e l’aiuto di Maldini e Massara sono stati fondamentali. Non capita sempre questa cosa. Maldini è a ogni allenamento, questo aiuta ovviamente. Ma è lì non per vedere gli allenamenti, per rapportarsi con tutti. Parla con me, con lo staff, con i giocatori. Ha una grande professionalità, la sua presenza è molto importante“.

Pioli ha parlato anche dell’importanza di Ibra per la crescita del suo Milan: “Credo che Zlatan sia stato un fattore determinante, senza voler togliere qualcosa agli altri. In un gruppo così giovane avere una figura così forte è stato importante. Ha capito dove si trovava, era la prima volta che si trovava in una squadra con tanti giovani. Il suo esempio, la sua determinazione, la sua mentalità hanno alzato il livello della squadra. Al primo anno l’allenamento con lui era a un livello, senza di lui a un altro livello. Sono stati bravi i compagni a seguirlo. Poi non solo lui, ci sono altri leader come Kjaer, Giroud, Maignan“.

Zlatan Ibrahimovic Milan

L’allenatore rossonero ha parlato delle partite che lo scorso anno hanno deciso lo scudetto: “L’anno prima eravamo arrivati secondi. Ci siamo ritrovati e ci siamo detti che per migliorare si poteva solo vincere. Ogni partita è stata decisiva perché abbiamo vinto solo per due punti. Il derby e la partita con la Lazio però sono state la svolta“. 

Riguardo alla nascita del “suo” Milan “La partita con l’Atalanta fu la svolta. Io, i dirigenti e tutta l’area tecnica abbiamo capito che servivano giocatori diversi per fare quello che volevamo. Le idee sono state la forza del club. Maldini e Massara volevano investire su giovani di prospettiva a prezzi accessibili. È un percorso non immediato, noi siamo stati anche bravi ad affrettare i tempi. Le idee fanno la differenza”.

Pioli ha poi parlato della sua visione di calcio ed i suoi modelli: Ci sono tanti allenatori che mi hanno influenzato. Da Guardiola a Klopp… Ogni grande allenatore ha una caratteristica in cui è più forte. Calabria e Theo sono stati entusiasti di giocare più dentro al campo e si sono messi a lavorare duramente. Una cosa importante è mettere i giocatori a proprio agio.

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