Lecce, Di Francesco: “Camarda dimostra una maturità superiore alla sua età. Vi svelo chi sarà il capitano”

Eusebio Di Francesco, allenatore del Lecce (imago)
Le parole nella conferenza stampa di Eusebio Di Francesco, allenatore del Lecce per la prossima stagione di Serie A
Dopo la conferenza stampa di presentazione come nuovo allenatore del club giallorosso ecco la seconda intervista all’ex Venezia.
Dopo la parentesi agli arancioneroverdi, terminata con la retrocessione in B, Di Francesco riparte da Lecce, nuovamente dalla Serie A.
L’allenatore ha firmato un contratto che lo lega alla squadra pugliese fino al 30 giugno 2026, con rinnovo automatico in caso di salvezza.
Vediamo ora quali sono state le sue parole nella consueta conferenza stampa
Lecce, le parole di Eusebio Di Francesco
L’allenatore del Lecce ha iniziato così la conferenza stampa: “Chi sono? Un allenatore che vuole tornare a ottenere risultati. È ciò che sto cercando e che, in questo momento, mi manca più di tutto. È anche l’obiettivo del Lecce: raggiungere il traguardo finale. I complimenti fanno piacere, ma alla fine ciò che conta è arrivare all’obiettivo”
Di Francesco ha poi proseguito: “Siamo sempre portati a lamentarci, ma è utopico pensare di avere già la squadra completa quando il mercato chiude a fine agosto. Il mercato, in entrata e in uscita, rallenta inevitabilmente i tempi: è la realtà del calcio italiano di oggi ”

Le parole dell’allenatore del Lecce
Eusebio Di Francesco ha poi parlato di Camarda e del capitano : “Camarda? È una scelta che rientra nella filosofia del direttore, che spesso ha avuto intuizioni vincenti. È arrivato con grande determinazione e dimostra una maturità superiore alla sua età. Capitano? Falcone. È chiaro che la partenza di Baschirotto ci abbia lasciato dispiaciuti, ma eravamo consapevoli che potesse accadere, come può succedere anche ad altri: fa parte del gioco. A lui faccio un grande in bocca al lupo e noi dovremo sostituirlo nel modo giusto “
Infine ha concluso: “Per me integrità morale e serietà sono fondamentali, e sono cose che pretendo anche dai miei giocatori. Bisogna sentire questa professione sulla pelle, avere senso di appartenenza e vivere il calcio come una seconda natura“