Juventus, Mckennie: “Mondiale per club un’opportunità unica. Yildiz è un talento straordinario”

Weston Mckennie, centrocampista della Juventus (imago)
Weston McKennie ha rilasciato un’intervista in cui ha parlato della Juventus e del rapporto con i suoi compagni
La Juventus ha concluso la stagione 2024/25 di Serie A al quarto posto, totalizzando 70 punti grazie a un bilancio di 18 vittorie, 16 pareggi e 4 sconfitte. Un rendimento che ha garantito ai bianconeri la qualificazione alla prossima edizione della Champions League, centrando così uno degli obiettivi stagionali più importanti.
Tuttavia, per la squadra di Igor Tudor il campionato non rappresenta l’ultimo impegno dell’anno calcistico. All’orizzonte, infatti, c’è il prestigioso Mondiale per club, in programma dal 15 giugno al 13 luglio negli Stati Uniti.
Saranno 32 le squadre partecipanti, provenienti da ogni angolo del pianeta, per un torneo che si preannuncia spettacolare e che toccherà 12 città statunitensi. Una vetrina internazionale che offre ai bianconeri la possibilità di misurarsi con l’élite del calcio mondiale e rilanciare le proprie ambizioni dopo una stagione altalenante.
Ai microfoni è intervenuto Weston McKennie, che ha parlato della squadra, del rapporto con i compagni e delle ambizioni in vista del Mondiale per club, soffermandosi anche su molti altri aspetti.
L’intervista di Weston Mckennie
Weston McKennie ha rilasciato un’intervista ai canali ufficiali della FIFA, durante la quale ha parlato del suo ruolo in campo: “Per me, giocare è sinonimo di felicità. Non importa dove: se mi chiedi di fare il portiere e mi metti subito in campo, accetto senza problemi. Ciò che conta davvero è essere presente, contribuire, dare il massimo per aiutare la squadra a vincere. Se mi dicessero che posso segnare due gol ma perdere la partita, oppure non segnare ma portare a casa la vittoria, sceglierei sempre la seconda opzione. Il risultato del gruppo viene prima di tutto. Mi sforzo di comprendere ogni ruolo semplicemente vivendolo sul campo. È una dote mentale che ho sempre avuto, probabilmente perché da piccolo ho praticato tanti sport diversi e ho dovuto adattarmi spesso a nuove situazioni. Questa flessibilità mi ha formato, dentro e fuori dal campo. Non sono uno che pensa solo a sé stesso. Non ho mai pensato: ‘Se non gioco in quella posizione, allora non voglio giocare’. Il mio approccio è sempre lo stesso.”
Ha successivamente espresso la sua opinione in merito al Mondiale per Club: “Il Mondiale per Club rappresenta un’occasione straordinaria. Affronteremo la competizione con grande grinta, mettendo il massimo impegno per conquistare il trofeo. Ciò che rende questa competizione ancora più stimolante è la possibilità di affrontare avversari che solitamente non incrociamo, provenienti da realtà calcistiche differenti. In un certo senso, ricorda la Champions League, ma con una dimensione ancora più globale. Per i giocatori sarà una grande opportunità per confrontarsi con il livello del calcio mondiale. Poter sfidare club della Liga MX o della MLS, ad esempio, permetterà anche ai tifosi italiani di scoprire realtà nuove, capire come si gioca in altri contesti. È un’esperienza che arricchisce e, al tempo stesso, entusiasma.”

Le parole del centrocampista bianconero
Ha poi proseguito parlando di una delle leggende della Juventus: “Se dovessi scegliere un compagno per una partita tra le leggende della Juventus, non avrei alcun dubbio: sceglierei Edgar Davids. Non saprei spiegare esattamente il motivo, ma ricordo che, quando sono arrivato per la prima volta, molte persone mi hanno detto che assomigliavo a lui. Davids ha sempre avuto una mentalità al 100% e credo di ritrovarmi molto in quel suo spirito combattivo. Per questo motivo, la mia scelta cadrebbe sicuramente su di lui.“
Ha poi concluso parlando di Yildiz: “Conosco Kenan fin da quando si allenava con noi da ragazzo. È un talento straordinario e sono convinto che l’unico modo per farlo crescere al meglio sia lasciargli il tempo e lo spazio per svilupparsi secondo i suoi ritmi. Oggi, una delle difficoltà maggiori per i giovani calciatori è rappresentata dai social media, che prima non esistevano. Adesso le pressioni arrivano da ogni parte e possono essere schiaccianti, ma lui ha saputo gestirle con intelligenza. Indossare la maglia numero 10 della Juventus a un’età così giovane non è affatto semplice: è un peso enorme e porta con sé grandi responsabilità. Questo comporta una pressione costante, che può o farti crescere o bloccarti. Kenan, però, ha tutte le qualità per affrontare questa sfida e maturare ulteriormente grazie a essa.“