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Dal Genoa alla Fiorentina tra alti e bassi: perché Gudmundsson non brilla? L’analisi

Dal Genoa alla Fiorentina tra alti e bassi: ma dov'è finito Gudmundsson?

Albert Gudmundsson, attaccante Fiorentina (IMAGO)

Albert Gudmundsson non è e non può essere quello che si sta vedendo alla Fiorentina, motivo per il quale occorre un cambio di rotta

Il calcio dà, il calcio toglie. Potrebbe esser riassunta così la storia di Albert Gudmundsson. Per fortuna, però, per l’islandese c’è ancora tempo e modo di riprendersi. La stagione della Fiorentina è iniziata in malo modo e l’attaccante non ha certamente dato il contributo sperato.

Arrivato dal Genoa nell’estate del 2024, Gudmundsson non si è quasi mai ambientato con la maglia della Fiorentina. Sulla panchina viola sedeva Raffaele Palladino, il quale ha sempre chiesto a gran voce qualcosa in più all’islandese. In realtà, l’allenatore non ha mai ottenuto quanto sperato.

I cambiamenti, però, nel calcio son sempre dietro l’angolo. Fuori Palladino e dentro Pioli, con la speranza di invertire la rotta. Gudmundsson continua a faticare e soprattutto a essere fuori dal cuore del gioco della Fiorentina.

Numeri “inferiori” alle aspettative in queste prime sei giornate di Serie A, che almeno al momento portano problemi al calciatore stesso, alla Fiorentina e ai Fantallenatori. Ma cos’è successo davvero a Gudmundsson?

Gudmundsson non è stato un “caso”: i numeri sono evidenti

Nella stagione 2022-2023, in Serie B con la maglia del Genoa c’è un calciatore che ruba la scena: Albert Gudmundsson. Statura media, abilità tecniche evidenti e tanta, tantissima fantasia in mezzo al campo. L’islandese con i rossoblù si è confermato tanto sia in Serie A che in Serie B con numeri da top player che hanno attirato l’attenzione di altri club del campionato italiano.

In quella stagione, però, a facilitare Gudmundsson è soprattutto il suo allenatore: Alberto Gilardino. Quest’ultimo, si affida completamente alla coppia composta dall’islandese e da Mateo Retegui. L’abilità migliore dell’islandese è quella di recuperare palla a centrocampo e iniziare lui la manovra offensiva. Da quel campionato, emerge un dato chiave: Gudmundsson fa meglio se accompagnato da un attaccante “forte” fisicamente e soprattutto se posizionato dinanzi alla porta. La sua qualità, infatti, gli permette di essere l’uomo in più in fase di rifinitura. Quella, però, sarà l’ultima annata in maglia rossoblù visto poi il passaggio (prima in prestito e poi a titolo definitivo) alla Fiorentina. In viola il bottino è magro: solo 6 gol, 2 assist e diverse partite saltate per problemi fisici.

Dal Genoa alla Fiorentina tra alti e bassi: ma dov'è finito Gudmundsson?
Stefano Pioli, Fiorentina (Credits: Piovesan)

E se fosse il gioco a penalizzare Gudmundsson?

Il campionato non è iniziato nei migliori dei modi per Gudmundsson con zero gol nelle prime quattro uscite in Serie A. A differenza della passata stagione, però, sulla panchina viola siede Stefano Pioli che adotta un modulo chiaro: il 3-4-2-1. In tale sistema di gioco, l’islandese deve agire alle spalle di Moise Kean ma non accanto, e questo fa tutto la differenza del mondo. Rispetto al 3-5-2 di Gilardino al Genoa, Gudmundsson non ha la libertà di svariare su tutto il fronte dell’attacco, ma anzi è chiamato a fare da collante tra centrocampo e attacco, costringendolo a non essere protagonista del gioco.

Stefano Pioli, nel Milan dello Scudetto optò per il 4-3-2-1 con Brahim Diaz alle spalle di Giroud. In un certo senso, i compiti di Gudmundsson attuali sono simili a quelli che aveva il rossonero all’epoca, ma ciò che cambia sono le caratteristiche del giocatore. Che l’islandese fatichi alle spalle della punta è ormai chiaro, quindi sarebbe opportuno mettergli qualcuno vicino per “amministrare” il gioco in fase offensiva. L’ultima parola, ovviamente spetta a Stefano Pioli che fin qui non ha raccolto i frutti sperati. L’allenatore viola, però, oltre a risollevare la Fiorentina ha un altro compito chiave: far ritornare Gudmundsson al centro del gioco, ma soprattutto al centro della Serie A come lo è stato in passato.